giovedì 10 giugno 2010

Incubi Diurni

Bernardini non usa mezzi termini e va dritto alla sostanza del suo ragionamento: “Voglio dare ragione di una profonda delusione che molti di noi italiani stiamo subendo. La madre di tutte le delusioni è la gestione politica della cultura contemporanea, quasi sempre banale e spesso volgare: un fenomeno involutivo che forse è la naturale conseguenza di una disponibilità eccessiva di molti intellettuali a spinte che hanno origini senza qualità, dal mercato al potere. Il risultato più impressionante delle cattive abitudini a cui ci siamo adattati è la perdita del rapporto tra parole e fatti. È come se la carica emotiva stessa delle idee che formuliamo si spegnesse nella pedante ripetizione retorica: dialogo, rispetto, interesse pubblico sono espressioni di cui è già magistralmente intrisa la nostra eccellente Costituzione, stancamente però riproposte da chiunque; così come gli eufemismi che fanno accantonare ogni allarme di coscienza: missioni di pace, accoglienza dei diversi, servire lo stato, ecc. Chi, come me, ha avuto una educazione e una esperienza laica, occupandosi di scienza e del suo insegnamento e confidando nella profonda umanità di un modo di pensare che chiamavamo ‘di sinistra’, oggi sta vivendo un incubo. Si sente solo, fuori posto, senza ragion d’essere di cui compiacersi e entusiasmarsi: unici compagni di viaggio alcuni grandi autori del passato.” Accompagnano, infatti, il testo di Bernardini brani, tra gli altri, di Bertrand Russell, Albert Einstein, Paul-Henry Dietrich d’Holbach, John Stuart Mill, Werner Heisenberg, Isaiah Berlin, Richard von Mises, Jorge Luis Borges.

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