venerdì 11 giugno 2010

Stephan Meyer La breve seconda vita di Bree Tanner

"La breve seconda vita di Bree Tanner" narra la storia di Bree, la vampira neonata apparsa per la prima volta in Eclipse, facendo emergere nuovi dettagli sul mondo di tenebre dal quale proviene. Attraverso la voce di Bree ricostruiamo il viaggio dell'esercito che si prepara ad attaccare Bella Swan e i Cullen, fino all’indimenticabile scontro finale che sconvolgerà per sempre le regole degli umani e degli immortali. Tutto quanto era stato taciuto o brevemente esplorato in Eclipse viene qui alla luce attraverso personaggi e snodi della trama inediti, in un mix esplosivo di mystery, suspense e amore che svela il versante più oscuro e feroce del mondo dei vampiri.

giovedì 10 giugno 2010

Pietro Grossi Martini


Intervistare è un’arte, scrivere anche. Un giovane giornalista si ritrova al bar di un albergo per intervistare Jay Martini, autore di un grande libro, semplice, preciso, affilato come un rasoio. Per lo scrittore è la settima intervista della serata ed è piuttosto annoiato. Ma Frank, non ha timidezza e inibizioni e la conversazione fila liscia e piacevole, vuotando drink. I due si piacciono, ogni tanto si scrivono. Frank ha talento, Martini ne è convinto, dovrebbe scrivere libri anche lui, perché sa distinguere le cose, sa “vedere la roba”: “non sappiamo nemmeno noi quale roba. Però poi la gente ci legge e la vede”. Jay e Frank si incontrano e si perdono di vista, Martini scrive un altro libro, un altro capolavoro; ha pure un grande amore. Poi lo scrittore, si eclissa, lascia semplicemente la sua casa e non vi fa più ritorno, così, da un giorno all’altro. Perse le sue tracce l’appartamento viene sgomberato, gli oggetti messi all’asta. Qualcuno pensa di averlo riconosciuto in un signore seduto a un caffè di Istanbul ma è solo una voce. Di lui non si sentirà più parlare finché una sera Frank e Jay si rincontrano e davanti a un calice a cono con un’oliva dentro Martini racconterà perché i suoi libri non ci sono più. La voglia di scrivere e il talento, il mestiere e la passione in un racconto esemplare che pone molte domande e sgonfia altrettante certezze.

Edith Bruck Privato

“Privato” è una resa dei conti in forma di romanzo: tenera e spietata, fatta di verità e di sentimenti, di personaggio ed emozioni. È un dialogo violento e amoroso con la propria madre, che l'ha fatta nascere in un mondo dove è stato possibile l'orrore di Auschwitz. È un confronto con la fede dei propri avi -quella che la madre incarnava con tutta la forza, quella che era assurdamente, orribilmente diventata una colpa. È la partita sempre aperta tra la Storia e la propria vicenda di sopravvissuta al cospetto della storia. È la conversazione impossibile con il fratello Odoen, che non ha mai voluto parlare del proprio passato e della morte del padre, nei campi. È una resa dei conti che attraversa l'Europa: dall'Italia, dove vive la protagonista-narratrice di “Privato”, alla Germania, ovvero il passato che non riesce a passare. Si spinge verso Israele, con il sogno di una nuova patria e un futuro che non può mantenere le promesse. E giunge fino in Brasile, rifugio per un lontano esilio. In questo dialogo tra la memoria e il presente, emergono figure emblematiche: innanzitutto la madre, e poi il fratello Odoen, che è andato a fare il sarto in Sud America, o il vecchio ungherese che torna nella sua terra, ormai malato e privo di memoria, di nuovo bambino. Attraverso le pagine di “Privato”, grazie a questo viaggio dentro l'intimità del dolore, l'esperienza personale diventa patrimonio collettivo, la testimonianza individuale diventa poesia.

Lisa Smith Il Gioco proibito

Jenny Thornton entra in un negozio che vende giochi in scatola molto particolari. Dietro al bancone, un ragazzo ancora piu strano, con i capelli bianchi come il ghiaccio, gli occhi di un blu elettrico, e uno sguardo che promette avventura e pericolo. Si chiama Julian, e per Jenny ha in serbo un gioco unico. Sulla scatola c'e un avvertimento che mette i brividi: «Entrare nel Mondo delle Ombre puo essere fatale». Jenny è curiosa, e poi Tom, il suo ragazzo, sta per compiere gli anni: potrebbe essere il passatempo perfetto per una piccola festa tra amici. Le regole sono molto semplici: ogni partecipante deve scrivere qual è la sua piu grande paura e disegnare con dei pennarelli una grande casa vittoriana, il regno dell'Uomo delle Ombre. Ma il gioco si trasforma in realtà, e la casa diventa vera. A ogni camera viene associato un incubo e nelle stanze prendono forma le paure piu oscure dei ragazzi, che si ritrovano a vagare per i suoi tortuosi corridoi, fino a precipitare nell'inferno che ribolle nelle loro menti. La partita e iniziata, e la posta in palio e la vita di Jenny.

Incubi Diurni

Bernardini non usa mezzi termini e va dritto alla sostanza del suo ragionamento: “Voglio dare ragione di una profonda delusione che molti di noi italiani stiamo subendo. La madre di tutte le delusioni è la gestione politica della cultura contemporanea, quasi sempre banale e spesso volgare: un fenomeno involutivo che forse è la naturale conseguenza di una disponibilità eccessiva di molti intellettuali a spinte che hanno origini senza qualità, dal mercato al potere. Il risultato più impressionante delle cattive abitudini a cui ci siamo adattati è la perdita del rapporto tra parole e fatti. È come se la carica emotiva stessa delle idee che formuliamo si spegnesse nella pedante ripetizione retorica: dialogo, rispetto, interesse pubblico sono espressioni di cui è già magistralmente intrisa la nostra eccellente Costituzione, stancamente però riproposte da chiunque; così come gli eufemismi che fanno accantonare ogni allarme di coscienza: missioni di pace, accoglienza dei diversi, servire lo stato, ecc. Chi, come me, ha avuto una educazione e una esperienza laica, occupandosi di scienza e del suo insegnamento e confidando nella profonda umanità di un modo di pensare che chiamavamo ‘di sinistra’, oggi sta vivendo un incubo. Si sente solo, fuori posto, senza ragion d’essere di cui compiacersi e entusiasmarsi: unici compagni di viaggio alcuni grandi autori del passato.” Accompagnano, infatti, il testo di Bernardini brani, tra gli altri, di Bertrand Russell, Albert Einstein, Paul-Henry Dietrich d’Holbach, John Stuart Mill, Werner Heisenberg, Isaiah Berlin, Richard von Mises, Jorge Luis Borges.

La Papessa

Giovanna nasce nell’anno del Signore 814, in un’epoca in cui le donne sono considerate empie, inferiori e indegne di essere istruite. Lei ha invece un forte desiderio di sapere, che cerca di soddisfare di nascosto con l’aiuto del maestro Esculapio. Divisa tra l’amore impossibile per un uomo e quello altrettanto impossibile per i libri, Giovanna sceglierà questa seconda via. Donna coraggiosa che cerca a tutti i costi di superare i limiti che il suo tempo le impone, è costretta a fuggire. Assume l’identità di suo fratello Giovanni, morto durante un’incursione vichinga, e si nasconde per dodici anni in un monastero benedettino, finalmente libera di leggere, studiare e carpire i segreti delle arti e della scienza. Guadagnandosi grazie a questo inganno e alla devozione la fama di grande e saggio erudito, e avanzando a grandi, incredibili passi nella gerarchia religiosa, Giovanna giungerà a Roma e infine diverrà papa, rinunciando in quel momento e per sempre al suo amore ritrovato, Gerardo. La papessa verrà poi, suo malgrado, smascherata pubblicamente e tragicamente durante la solenne processione di Pasqua. I suoi successori faranno di tutto per cancellarla dai registri pontifici e la Storia la dimenticherà. In bilico tra verità e leggenda, Giovanna resta tra i personaggi più controversi e affascinanti di tutti i tempi.

venerdì 28 maggio 2010

La forza dentro

Max Calderan è uno di quegli uomini che hanno superato il confine più estremo. E non stiamo parlando dei suoi record mondiali o delle sue sfide nel deserto. Il confine che Max ha valicato è quello che ogni giorno impedisce a molti di essere veramente liberi: il condizionamento, la paura, la convinzione di non potercela fare.

Rosa Matteucci Tutto su mio padre

Seguendo le tracce di un guantino appartenuto a uno zar di Russia, il lettore potrà rivivere le vicende di Rosa e della sua famiglia: un padre amatissimo, ma dissipatore del patrimonio famigliare, fanatico di tarocchi e delle profezie di Nostradamus, e una madre di famiglia aristocratica, lettrice di opere filosofiche e di rotocalchi in tedesco e in inglese, distante e sostanzialmente assente. Al guantino è legata una leggenda: chiunque ne entri in possesso, erediterà una grande fortuna.

Raul Montanari Strane cose domani

Danio è uno psicologo, è separato e ha un figlio di vent’anni, Tommaso, irrequieto come tutti i ventenni. Ha anche una giovane fidanzata, Chiara, e fra le sue pazienti, quasi tutte innamorate di lui, c’è da tempo un’amante clandestina, la sfrenata e sensuale Cristiana. Ma, soprattutto, Danio ha un segreto. È un assassino. Ha ucciso due uomini, in stagioni diverse della vita, anche se in entrambi i casi sono state le circostanze a costringerlo. Nessuno lo sa a parte la sua ex moglie, la misteriosa, magica Eliana. Il ritrovamento di un diario, abbandonato da una ragazzina sulla panchina di un parco, rompe il delicatissimo equilibrio che governa le sue giornate: un odioso dramma familiare, che fino a ieri gli era sconosciuto, oggi gli rovina addosso, coinvolgendolo. Pressato dalla coscienza e seguito ovunque da un bizzarro e indimenticabile detective privato, Danio dovrà difendere se stesso e le persone che ama da una minaccia inattesa. Si innesca così una serie di eventi sempre più incalzanti e inaspettati, che obbligheranno il protagonista a una resa dei conti, decisiva e rivelatrice, con il senso stesso della sua esistenza. Dopo il successo de La prima notte, Raul Montanari continua l’esplorazione della propria poetica, dove la suspense, lontana dai luoghi comuni del noir, si fa sempre più strumento per proporre senza noia riflessioni profonde. E raccontare un amore indomabile per la vita.

Francesco Recami Prenditi cura di me

Una madre e un figlio in un rovesciamento di ruoli che sconvolge le loro vite. Vivono insieme a Firenze, in una casa che rappresenta tutte le loro certezze. La madre accudisce quel figlio fragile e non più giovane, ma improvvisamente le cose cambiano e il figlio si ritrova la responsabilità della madre, resa invalida da un ictus cerebrale. Fino al giorno prima era ancora la madre che si sentiva la responsabilità di questo ragazzo quarantenne, cui la vita ha presentato diverse difficoltà. Di fronte alla nuova situazione il figlio non è preparato, come nessuno lo è, non è preparato soprattutto all’idea di passare il resto della sua vita attiva dietro alla madre. Ma qualcosa si deve fare e piano piano le cose migliorano. La delega è la storia di una guarigione, graduale ma effettiva, eppure infelice. Un romanzo duro sulla condizione degli anziani, sui loro rapporti con i figli e in generale con le generazioni più giovani, e con la malattia, la città, il sistema sanitario e quello dell’assistenza, che in Italia, e solo in Italia, ha preso la strada della collaboratrice domestica a domicilio, ovverosia della badante. Un personaggio nuovo, oscuro, provvisorio, cui le generazioni più giovani delegano la cura degli anziani ed il periodo che li separa dalla morte. Una sorte di posteggiatore, molto spesso abusivo e clandestino.

Barbara Garlaschelli Non ti voglio vicino

Lena è giovane, bellissima e intelligente e accanto ha un marito che farebbe qualunque cosa pur di renderla felice. Ma lei non sa più dare né ricevere amore fin da quando - aveva nove anni - qualcuno le ha rubato l'innocenza, segnandola per sempre. Un segreto nascosto con cura, sepolto nell'anima, un fantasma di cui però non riesce a liberarsi e che a poco a poco sgretola il suo equilibrio. L'affetto e la dedizione di Lorenzo non bastano, e nemmeno la nascita di Prisca scalfisce la scorza di questa donna gelida, nemica, distante. C'era la guerra all'epoca in cui Lena aveva vissuto sulla propria pelle la follia degli adulti; da allora è trascorso molto tempo, eppure lei continua a combattere un'infinita battaglia dentro se stessa, contro i demoni che l'assediano. La sua bambina la teme e la respinge fino al punto di odiarla, di non volerla vicino, e la tragica scomparsa di Lorenzo accelera il distacco della figlia dalla madre. Un rapporto distruttivo, logorante, che lentamente intacca anche la psiche di Prisca, inducendola a difendersi con una straziante, terribile forma di rifiuto... Ambientata fra il 1939 e i giorni nostri, una storia di infanzia tradita, di sentimenti calpestati, di amori molesti, cui la scrittura limpida e affilata di Barbara Garlaschelli imprime un pathos e una drammaticità crescenti, che catturano il lettore sino al liberatorio finale.

Angela Bubba La casa


A Petronà, un freddo e screpolato solco della Calabria, vive la famiglia Manfredi: il padre Anselmo e la madre Lia, le quattro figlie Maria, Pina, Mina e Aurora, e l'unico figlio maschio Benio. la casa è il teatro delle loro storie, fatto di nascite, morti, riti, preghiere, petrosi silenzi e baraonde domestiche, di parole strane e fantasiose che rotolano veloci dalle bocche, di un Sud che sembra immaginato ma che in realtà è verissimo. L'autrice racconta in modo epico e poetico la storia di una famiglia calabrese, spassosa e infernale, piena di uomini scriteriati e molli, "dagli occhi stretti e vinosi", di donne antiche e virili, primordialmente femminili, che arrivano da un passato favoloso come attraverso una seduta spiritica. 'La casa' è un'orchestra di voci, cadenze, urla, pianti, rimbrotti, un'animata e stupefacente concertazione.

Lauren Kate Fallen

In seguito a un tragico e misterioso incidente, Lucinda è stata rinchiusa a Sword&Cross, un istituto a metà fra il collegio e il riformatorio. Nell’incidente un suo amico è morto. Lei non ricorda molto di quella terribile notte, ma la sua ricostruzione dei fatti non convince la polizia. La vita nella nuova scuola è difficile: il senso di colpa non le lascia respiro, proprio come le telecamere che registrano ogni singolo istante della sua giornata. E tutti gli altri ragazzi, con cui è più facile litigare che fare amicizia, sembrano avere alle spalle un passato spiacevole, se non spaventoso. Tutto cambia quando Luce incontra Daniel. Misterioso e altero, prima sembra fare di tutto per tenerla a distanza, ma poi è lui a correre in suo aiuto, e a salvarle la vita, quando le ombre scure che Luce vede in seguito all’incidente le si stringono attorno. Luce, attratta da Daniel come una falena dalla fiamma di una candela, scava nel suo passato e scopre che standogli vicino, proprio come una falena, rischia di rimanere uccisa: perché Daniel è un angelo caduto, condannato a innamorarsi di lei ogni diciassette anni, solo per vederla morire ogni volta… Insieme, i due ragazzi sfideranno i demoni che tormentano Luce, e cercheranno la redenzione.

Antonio Pennacchi Canale Mussolini


Canale Mussolini è l'asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. I suoi argini sono scanditi da eucalypti immensi che assorbono l'acqua e prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi bianchissimi trovano rifugio. Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord. Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti. E poi c'è lei, l'Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l'eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li travolgerà.

Beatrice Masini Bambini nel bosco

Al limitare del bosco c'è una struttura che accoglie bambini. Gli Avanzi, quelli abbandonati dai genitori, e i Dischiusi, nati all'interno del campo. Tom è uno di loro. Legge molto e se ne sta in disparte, finché un giorno convince i ragazzi del suo gruppo a spingersi nel bosco, per esplorare il mondo di fuori. Tom porta con sé dei libri, e alle sue letture ad alta voce si alternano le rivalità, le gelosie, le scoperte, gli amori e la morte: tutte avventure seguite da lontano da Jonas, il direttore, che ha in realtà programmato la fuga. Una storia commovente, sospesa in un limbo spaziale e temporale, in una narrazione sempre al limite tra fantascienza e realismo.

Archanes e altri racconti

Questo volume raccoglie alcuni racconti, finora inediti o distribuiti solo in circuiti ristretti, di Valerio Massimo Manfredi. Profondo conoscitore del passato e autore di talento, con la sua scrittura potente e appassionante Manfredi riesce a ricreare attorno ai suoi personaggi tutto il fascino, il colore e l’atmosfera di momenti storici solo in apparenza lontani, si tratti dell’antichità classica o di epoche più moderne.

Silvia Avallone Acciaio

Anna e Francesca, “tredici anni quasi quattordici”, vivono nei casermoni di cemento costruiti negli anni Settanta dalla Lucchini S.p.a., la grande acciaieria che ancora oggi dà pane e disperazione a tutta Piombino. Anna e Francesca, la mora e la bionda, sono bellissime e irriverenti, e soprattutto sono inseparabili. Ma quando Anna scopre l’amore e il sesso con Mattia, qualcosa si rompe tra le due, che verranno risucchiate nelle loro storie private, sole davanti a genitori buoni a nulla o assenti o violenti, e si riabbracceranno solo quando la vita le sottoporrà alle prove più crudeli. Nel suo sorprendente romanzo d’esordio, Silvia Avallone racconta una periferia che non sembra avere rappresentazione pubblica, un’Italia alla ricerca di un’identità e di un futuro che paiono orizzonti lontanissimi, irraggiungibili come l’isola d’Elba, bellissima e a poche miglia di mare: un paradiso a portata di mano che resta però inaccessibile.

Lorenzo Pavolini Accanto alla tigre

È un normale giorno di scuola per il dodicenne Lorenzo, il tema dell’ora di storia è la fine della II Guerra Mondiale. Sul manuale ci sono le immagini che scandiscono i momenti salienti, tra cui la riproduzione di un giornale dell’epoca che annuncia la fine di Benito Mussolini. Accanto a questa immagine c’è una foto con una didascalia, sono i cadaveri di Mussolini, Claretta Petacci e alcuni gerarchi in Piazzale Loreto appesi a testa in giù. Tra loro c’è un uomo a torso nudo su la cui pensilina è scritto Alessandro Pavolini. In quel preciso istante Lorenzo conosce e vede per la prima volta in vita sua il nonno Alessandro. Per tutta la sua infanzia i genitori gli avevano raccontato che il nonno era stato un aviere ed era morto in guerra. Lorenzo in un qualunque giorno di scuola scopre la verità: è il nipote del più spietato e crudele ministro del Fascismo, colui che costituì le sanguinose Brigate Nere e si rese autore di alcune delle più efferate azioni contro partigiani e semplici civili, il Goebbels italiano che ancora oggi viene celebrato da nostalgici come l’unico fascista vero. Lorenzo Pavolini più di trent’anni dopo quell’evento traumatico ricostruisce una storia fatta di reticenze, conflitti, e timori riguardo il rapporto tra lui, la famiglia e l’eredità pesante di quel cognome. Un romanzo di memorie e passione che attraversa l’Italia di questi anni dove ancora la notte giovani mani scrivono sui muri la scritta “Pavolini Eroe” e le frasi celebri del Ministro nero sono gli slogan di nuovi inquietanti estremismi.

venerdì 14 maggio 2010

Carlos Ruiz Zafón Il palazzo della mezzanotte

Calcutta, 1916. Una locomotiva infuocata squarcia la notte portandosi dietro un carico di morti innocenti. Sotto una pioggia scrosciante, quella stessa notte, un giovane tenente inglese sacrifica la vita per portare in salvo due gemelli neonati inseguiti da un tragico destino. Calcutta, 1932. Ben, il gemello maschio, compie sedici anni, lascia l’orfanotrofio St. Patricks e festeggia l’inizio della sua vita adulta. È anche l’ultimo giorno della Chowbar Society, un club segreto che conta sette orfani come Ben, riunitosi per anni allo scoccare della mezzanotte sotto un tetto di stelle, nella sala principale di un antico edificio in rovina, il Palazzo della Mezzanotte. I sette ragazzi sono sicuri che quella sarà la loro ultima notte insieme, ma il passato bussa alla porta di Ben: la bellissima gemella che non sapeva di avere entra nel Palazzo con una pazzesca storia da raccontare. Le braci dell’incendio di sedici anni prima ricominciano ad ardere. Per tre interminabili giorni i membri della Chowbar Society cercano di decifrare ciò che si nasconde dietro al passato di Ben e di sua sorella, mentre combattono contro un secondo terribile incendio appiccato da un’ombra misteriosa. E, quando ormai l’inferno sembra aver preso il sopravvento e il compiersi del destino inevitabile, il fuoco all’improvviso si spegne… e una candida neve scende sulle strade di Calcutta.

Vasilij Grossman L'inferno di Treblinka

La più terribile fabbrica della morte nazista nel folgorante, esemplare reportage – fondato su testimonianze di prima mano e scritto subito dopo la liberazione del campo, nell’autunno 1944 – da un inviato d’eccezione.

Alejandro Jodorowsky Il maestro e le maghe

Lo “sciamano occidentale” racconta un altro tassello della sua vita vissuta intensamente. Jodorowsky parte dall’incontro con il maestro giapponese Ejo Takata, che lo inizia alla meditazione, al buddhismo zen e ai misteriosi koan – enigmi, domande all’apparenza assurde che non accettano risposte guidate dalla logica, indizi che conducono alla strada verso l’illuminazione. Un percorso lungo e drammatico, appassionante e irto di ostacoli, che ha una e una sola ricompensa: la vera conoscenza di se stessi. E le maghe? Le maghe sono le donne che hanno aiutato Jodorowsky lungo il suo cammino – donne forti, uniche, vitali, donne che gli hanno insegnato a liberarsi dalle sovrastrutture e dai condizionamenti di un’infanzia e un’adolescenza prive di amore, donne che gli hanno mostrato come spezzare la corazza emozionale, aprire il cuore e ampliare la propria visione della vita, donne come la scrittrice e pittrice surrealista Leonora Carrington, o doña Magdalena, che gli ha svelato l’arte del massaggio iniziatico, o la Tigressa, formidabile attrice messicana, o Reyna D’Assia, figlia dell’intellettuale esoterico e occultista Gurdjieff. Sono esperienze vitalissime, talvolta violente, qualche volta surreali. L’ennesima prova che curare l’anima umana è possibile, soprattutto grazie alla potenza femminile.

Carofiglio Non esiste saggezza

I racconti di Non esiste saggezza provengono dai luoghi della realtà quotidiana: sono volti che emergono dalla folla dei viaggiatori, in zone neutrali di transito. Soprattutto, figure di donne: con esse, la voce del narratore è partecipe, solidale, protettiva, come a voler condividere il peso di un segreto in varie forme doloroso, a volerle affrancare da un destino ostile. Appaiono improvvisamente: a un casello autostradale, la bambina solitaria chiede a un automobilista ignaro di accompagnarla verso il mistero. L’attesa notturna in un aeroporto è colmata dai versi di una poetessa russa, dalla sosta sfuggente di una sconosciuta. E, improvvisamente, queste donne scompaiono: dall’ambulatorio di una missione umanitaria, ultimo posto in cui sono state viste una dottoressa volontaria e la ragazza colombiana sua compagna, nella rischiosa sfida a ingiustizie e prevaricazioni. I personaggi maschili si trovano a cercare, a inseguire: un’impressione, un sospetto, una curiosità che li spinge oltre i limiti del prevedibile, talvolta del lecito. E la raccolta si completa con un vero e proprio romanzo di formazione in miniatura, ambientato negli spazi metafisici della Murgia. “Le cose non esistono se non abbiamo le parole per chiamarle.” In questa scrittura tersa domina un’esigenza di riscatto esistenziale e morale: con naturale maestria Gianrico Carofiglio dà un nome alle ombre e alle paure, ce le rende compagne di un viaggio che arriva fin dentro le nostre emozioni più profonde e più vere.

Sergio Rizzo La cricca

Politici, avvocati, medici, imprenditori: in Italia, potenti di ogni campo approfittano del loro ruolo all’interno delle istituzioni per perseguire il proprio interesse, quasi sempre a scapito di quello pubblico. Quando si nomina il conflitto d’interessi il pensiero corre subito a Silvio Berlusconi, al suo strapotere televisivo, alle leggi ad personam. Ma Berlusconi è solo l’ultimo erede di un sistema consolidato, che coinvolge tutti: politici, professionisti, manager, sportivi, giornalisti… E i casi si sprecano: politici che rivestono doppi o tripli incarichi e approvano leggi per favorire se stessi o le proprie imprese; professori universitari che utilizzano gli atenei come beni di famiglia, truccando concorsi per collocare i parenti; imprenditori che siedono in CdA di banche che prestano soldi alle loro aziende. Il conflitto d’interessi fiorisce nelle aziende pubbliche, tra i magistrati, nel mondo dello sport e, inutile dirlo, in televisione, dove non averne uno, anche piccolo, significa essere destinati a non fare carriera.

Carolina De Robertis La bambina nata due volte

1 gennaio, 1900. il primo giorno del secolo non è mai come gli altri, men che meno a Tacuarembo, minuscolo villaggio del Sudamerica. La folla è radunata intorno all’albero più grande del paese e non crede ai propri occhi: la piccola Pajarita è tornata. Rifiutata dal padre, era scomparsa pochi mesi dopo la nascita e l’avevano data per morta. Eppure ora è lì, in cima, appollaiata sopra un ramo sottile. Ha un anno orami e negli occhi grandi,neri e vivaci, ha la stessa luce di quando è nata. Per alcuni si tratta di un miracolo, per altri è un strega, ma una cosa è certa: d’ora in poi per tutti Pjarita sarà la ‘bambina nata sue volte’ una ragazzina circondata da misteri, con un talento speciale per la cura con le erbe. Un dono prezioso, che anni dopo a Montevideo, ormai donna fiera e determinata, le permette di sopravvivere, sola contro tutti, insieme ai propri bambini. Ma la figlia Eva, fragile e tremendamente testarda, non si accontenta di sopravvivere. Vuole realizzare un sogno e diventare poetessa. E per farlo fugge, dalla miseria e dagli abusi, verso le luci di Buebnos Aires, la città che scintilla delle promesse di Evita Perón. Eppure quelle luci rischiano di diventare solo un terribile abbaglio. E mentre i fermenti rivoluzionari attraversano con forza tutto il continente, spetta a Salomè, l’ultima discendente, restituire alle donne della sua famiglia e del suo paese quello che si meritano. Lo potrà fare solo lottando e ribellandosi, a costo di sacrificare il suo ben più grande.

Grace e Diana

Due principesse, due icone di moda e bellezza, due regni. Ma sono molte di più le coincidenze che legano Grace Kelly, regina di Hollywood e sposa di Ranieri di Monaco, a Diana Spencer, diciannovenne inconsapevole decisa a diventare la regina d’Inghilterra. Due spettacolari cerimonie nuziali: il matrimonio di Grace è il primo ripreso dalle telecamere, quello di Diana il primo progettato ad hoc per i media. Una vita difficile: quando arriva a Monaco, Grace si trova in una corte ostile, conosce una sola persona (il suo futuro marito) e non parla la lingua locale; Diana, al contrario, crede di conoscere chi la circonda, ma ignora drammaticamente le regole che la stringeranno in un abbraccio mortale. Due drammatici incidenti: entrambe muoiono prematuramente in incidenti stradali dalle circostanze mai del tutto chiarite. Ma, soprattutto, sia Grace che Diana sono riuscite a lasciare un segno profondo nel loro regno, e non solo. Entrambe, infatti, non saranno mai dimenticate, sia per le loro storie personali, sia per il loro stile inconfondibile fatto di grazia, charme e discrezione, una discrezione troppo spesso annientata dai “paparazzi”. Due principesse, ma un solo, drammatico destino.

Antonio Scurati Gli anni che non stiamo vivendo


Dal delitto di Cogne a quello di Garlasco, dalla strage di Columbine a quella di Erba, dalla Prima guerra del Golfo al terrorismo mediatico, i funerali di Giovanni Paolo II e l'elezione di Barack Obama, l'allarme pedofilia e l'emergenza ambientale, il nichilismo sessuale e quello giovanile, e poi gli outlet, i centri benessere, le sale massaggi, le badanti rumene e le badanti oscene. Raccontando una serie di clamorosi casi di cronaca e analizzando i nuovi miti d'oggi, Antonio Scurati offre una mappatura del presente – dei suoi vizi, dei suoi limiti, delle sue inconsistenze. Con sguardo lucido e impietoso, con forza etica e polemica, con affilata sensibilità letteraria, Scurati riflette sulla trasformazione della nostra società, caratterizzata da un tempo che si consuma nella frammentazione e nell'istantaneità, senza darci modo di capirlo. E neanche di viverlo. Quando, infatti, si è condannati a vivere nell'istante, quando non c'è altro orizzonte che il presente, nessun Carpe Diem è più possibile. Non a caso, in questa nuova dimensione dell'effimero trionfante, sembra che la cultura, la letteratura e gli intellettuali non abbiano più niente da dire. Che la loro voce non abbia abbastanza forza di fronte al volume delle voci televisive. Ma non è così. E questo libro ce lo dimostra.

Glenn Cooper Il libro delle anime

Dopo essere stato costretto a dimettersi dall’FBI, Will Piper si è sposato, ha una figlia di pochi mesi da accudire e un unico desiderio: dimenticare. Dimenticare l’esistenza della Biblioteca del Morit – la sconfinata raccolta di volumi in cui sono riportate le date di nascita e di morte di tutti gli uomini vissuti dall’VIII secolo in avanti – e, soprattutto, dimenticare gli innocenti che hanno perso la vita perché il segreto custodito nell’Area 51 non fosse rivelato. Ma la Biblioteca dei Morti è una maledizione che non può essere esorcizzata, e Will deve rassegnarsi ad accettare questa verità quando riceve un biglietto con un numero di telefono e una strana firma: “Club 2027” Soltanto le persone che hanno avuto accesso alla Biblioteca, infatti, sanno che quello sterminato elenco di date si conclude il 9 febbraio 2027. E una di quelle persone è l’uomo che gli ha mandato il biglietto, Henry Spence, un ex dipendente della CIA che ha dedicato la sua esistenza alla soluzione del mister. Spence è malato e gli restano poche settimane di vita, perciò supplica Will di aiutarlo a portare a termine il suo lavoro e gli rivela che, nel corso dei suoi studi, aveva fatto una scoperta inquietante: dalla Biblioteca manca un volume. E ora, dopo anni di tentativi per rintracciarlo, quel volume è stato messo in vendita presso una casa d’aste di Londra. Sebbene sia consapevole dei rischi. Will accetta di recarsi in Inghilterra, ma non può immaginare che proprio quel libro, sottratto secoli prima dall’abbazia di Vectis, sia la chiave per comprendere il significato del 9 febbraio 2027. Perché solo ricostruendo l’intera storia della Biblioteca, tutte le domande avranno una risposta…

mercoledì 12 maggio 2010

Leonardo Sciascia Il fuoco nel mare

Presentando, nel 1973, la silloge di racconti “Il mare colore del vino”, Leonardo Sciascia ne rivendicava la profonda coesione interna (“tra il primo e l’ultimo di questi racconti si stabilisce come una circolarità”). Una coesione ottenuta a prezzo di esclusioni molto più drastiche e dolorose di quanto Sciascia non lasciasse trapelare (“Questi racconti sono stati scritti – con altri, pochi, che non mi è parso valesse la pena di raccogliere e riproporre – tra il 1959 e il 1972”). Basterà leggere in questo volume, tra i quindici racconti lasciati allora cadere, la storia di Calcedonio Fiumara (“Il lascito”), che, trasformatosi da zolfataro in ricco e rapace possidente, vive solo come un cane, senz’altro amore se non quello per la sua pura e intoccabile ricchezza: e finirà per lasciarla, anziché ai detestati nipoti, a un manicomio, dove nessuno potrà trarne godimento o sollievo. O “Una commedia siciliana”, che dietro una vicenda in apparenza rocambolesca e a lieto fine – una sartina ritrova il fidanzato creduto morto in un incidente d’auto e se lo sposa – lascia trasparire la faccia terribile e cupa di un paese “circonfuso di limoni e mare”, e i due modi d’essere della Sicilia: “uno enfatico e mistificatorio – dialogo, luce, festa – e l’altro chiuso e segreto, corroso da acre violenza e disperazione”. A completare il panorama della produzione dispersa di Sciascia, il lettore troverà qui un nucleo di mirabili prose e “cronachette”: come “I tedeschi in Sicilia”, dove è ricostruito l’eccidio, feroce e immotivato, che nell’agosto del 1943 un reparto tedesco in ritirata compì a Castiglione di Sicilia: eccidio rimasto impunito, giacché in Italia “quel che accade in Sicilia è cosa d’altro pianeta”. Per Sciascia, non dimentichiamolo, sono le microstorie a conferire senso e significato alla storia: senza contare che “il gusto della supposizione e il ridestarsi dello spirito possono già bastare a chi, come me, scopre nella storia veri e propri romanzi polizieschi”

Vighy Cesarina Scendo. Buon proseguimento

Questo libro insolito, intimo, curioso, riunisce 350 mail di Cesarina Vighy. Raro e vivido esempio di scrittura epistolare moderna, la raccolta si legge come un romanzo. Attraverso la cronaca di eventi piccoli o piccolissimi, si racconta per frammenti il parallelo progredire di una sindrome che priva lentamente della parola, e genesi, e stesura dell’“Ultima estate”, il romanzo d’esordio. Nelle mail, difficoltà, invalidità, dolori procedono parallelamente all’affermazione di sé e successo pubblico, vissuti nello spazio di una stanza dove malattia e conseguente decisione di negarsi al mondo l’hanno confinata. Il computer è l’unico mezzo di comunicazione possibile: grazie alla posta elettronica, Cesarina detta Titti crea una piccola rete di amici cui dedicare anche poche parole quando le forze lo consentono. A raccogliere stati d’animo e sensazioni, in rappresentanza del mondo ci sono l’amico d’infanzia, il cugino “svedese”, la confidente che crede in Dio, quella che non crede, fino all’immaginario professore di letteratura, alter ego scherzoso per giochi pseudo-filologici con Alice. Da una mail all’altra, i corrispondenti diventano veri e propri personaggi: Giancarlo, premuroso marito lunatico; Ernesto, nipotino musicista; i gatti… tutte figure del piccolo universo ricreato da chi scrive. Avanzano intanto il blocco fisico e l’incapacità di comunicare se non per iscritto. Nella strenua difesa della propria identità, lo stile diventa un valore irrinunciabile, intatto dalla prima all’ultima mail. Precisazioni al limite del maniacale, citazioni colte, modi di dire familiari e alcune poesie si alternano con naturalezza; emerge prepotente un black humour che stupisce e insieme diverte per il carattere di elegante imprevedibilità. Spiccano le mail “alla figlia ritrovata” con i consigli di una madre a sua volta ritrovata: lucida, dolce, saggia e paradossalmente, proprio ora che il corpo cede e lo spirito è ridotto a pura voce, completa.

Jonathan Lethem Chronic City

Chase Insteadman è l’ex bambino prodigio di un vecchio telefilm. Tira avanti sfruttando ciò che resta della fama passata e il rinato interesse dei media per la sua relazione con Janice Trumbull, un’astronauta bloccata nello spazio, dalla quale riceve e-mail d’amore. A Chase si affianca Perkus Tooth, un ex critico musicale disoccupato con la passione per i cheeseburger, le cospirazioni e l’arte. Perkus aiuterà l’amico durante un percorso di formazione che lo condurrà a rivedere la sua ingenua interpretazione della realtà, andando oltre l'apparenza. Lo scenario è l’autoreferenziale isola di Manhattan, lacerata fra la decadenza culturale odierna e un glorioso passato intellettuale, terrorizzata da una gigantesca tigre che semina distruzione per le strade abitate da gente ricca, ossessionata dalla fama e da lettori del New York Times che preferiscono leggere la rivista in una versione war-free scaricabile da internet, che non tiene conto dell’11 settembre. Chronic City è un vivido ritratto di Manhattan e delle sue paranoie, raccontate attraverso gli occhi di un outsider, con lo humor e la straordinaria immaginazione di Jonathan Lethem.

Maria Rita Parsi Alle spalle della luna

Custodia nasce ad Avezzano, nel cuore dell'Abruzzo, all'inizio della Seconda guerra mondiale. Ma più che gli eventi connessi al conflitto è una vicenda privata a segnare la sua esistenza e quella della famiglia: l'amore del padre - reduce dal fronte greco - per la bella ed eccentrica Crocifissa. La passione clandestina tra i due si alimenta dei frequenti incontri in casa della donna, dove Custodia accompagna il padre: in attesa del suo papa la bambina gioca con una collezione di bambole ed è in quelle ore solitarie che nascono voci e immagini inferiori il cui ascolto lascia in lei una traccia indelebile. Ma quando, durante una processione religiosa, la madre di Custodia capisce da un gesto e uno scambio di occhiate la trama amorosa che la esclude, la famiglia entra in crisi. E presto il confronto tra le due rivali e una progressiva resa dei conti sconvolgono la vita di Custodia. La madre, rimasta sola, deve cercarsi una modesta occupazione per pagare i debiti e mantenere i figli, e Custodia viene mandata in collegio. Qui, per la prima volta, assume piena consapevolezza dei volti e delle voci che le parlano e le donano il potere di una misteriosa preveggenza. "Il Popolo dei Signori delle Ombre", così lo chiama, si è messo in amichevole comunicazione con lei e la guiderà in tutti i passi - spesso duri e dolorosi, ma a volte anche inaspettatamente felici - che la attendono. Finché, molti anni più tardi, Custodia potrà rivelare, in una lettera alla madre, di aver capito la meta verso cui tende.

Massimo Gramellini L'ultima riga delle favole

A Tomàs, giovane professorino con ferite mai sanate nel cuore, piace Arianna. Ma di fronte a questo sentimento che lo spaventa, sceglie di scappare... E durante la fuga cade in acqua e finisce alle Terme dell'Anima, un universo parallelo in cui vengono accolti coloro che scappano dalla vita, ma covano ancora un desiderio irrealizzato in fondo al cuore. Qui Tomàs imparerà a fare i conti con il suo passato e a morire per ricominciare a vivere... Un apologo che, in modo leggero e intrigante, affascina il lettore, un percorso personale prima ancora che narrativo, in cui si impara a sorridere dei propri limiti e a credere di più in se stessi.

Kurakami Nel segno della pecora

Un pubblicitario trentenne, divorziato, che vive con una ragazza dalle orecchie bellissime (di solito le tiene coperte, per mostrarle solo nei momenti di intimità o quando è richiesta come modella), ha fatto una campagna pubblicitaria con la fotografia di un gregge di pecore immerso in un paesaggio montano. Una di quelle pecore avrebbe preso possesso di un uomo, il Maestro, il capo di un immenso impero politico e finanziario di estrema destra. Il Maestro è gravemente malato e il protagonista viene costretto ad andare alla ricerca di quella pecora fotografata da un suo amico inquieto e solitario, il Sorcio. È una pecora che si distingue dalle altre per il colore e per una macchia a forma di stella. Dovrà trovarla entro un mese. Il protagonista inizia così una caccia che da Tokyo lo porta a Sapporo, per finire in cima alle montagne freddissime a nord di Hokkaido. Dopo aver parlato con il Professor Pecora, incontra finalmente il Sorcio, che da alcuni anni era scomparso e si era rifugiato in una casa isolata.

Richard Castle Heat wave

In Heat Wave Nikki Heat, una brillante, bellissima poliziotta della squadra omicidi di New York, si trova a indagare su una sconcertante serie di omicidi nel mondo della finanza. Ma la vera sfida, per lei, sarà dover sopportare la presunta collaborazione con il giornalista premio Pulitzer Jameson Rook. Nel frattempo, la città è messa a ferro e fuoco da un’anomala ondata di caldo, che rende le cose sempre più difficili… Castle, la serie di successo della abc, ha per protagonista Richard Castle, l’autore di un ciclo di thriller di successo incentrati sul personaggio di Derrick Storm. Quando Castle inizia a collaborare con la detective Kate Beckett, trova l’ispirazione per un nuovo, brillante personaggio, Nikki Heat, intorno al quale ruota il primo di una nuova serie di thriller: Heat Wave. Ma nonostante l’attrazione reciproca, il rapporto tra Castle e Kate Beckett non è dei migliori…

Elizabeth George Dicembre è un mese crudele

In uno sperduto villaggio del Lancashire muore avvelenato, dopo una cena in casa di un'amica, il vicario Robin Sage. Nel villaggio si trovano per una vacanza di riposo il patologo Simon St. James con la moglie Deborah, già protagonisti dei precedenti romanzi della George. Deborah aveva casualmente conosciuto il vicario a Londra. L'inchiesta del coroner si conclude con un verdetto di "morte accidentale". Ma Simon non è convinto e convoca il suo amico, l'ispettore Lynley. Insieme cercheranno di far luce su un mistero celato dietro complessi e ambigui rapporti tra gli abitanti del villaggio.

Mo Hayder Ritual

È buio, nelle acque limacciose del porto di Bristol. Ma è solo nell’oscurità del fondo marino che il sergente di polizia specializzato in ricerche subacquee Phoebe «Flea» Marley si sente a proprio agio. Soltanto qui, infatti, protetta dalla muta, può essere veramente se stessa e sfuggire ai fantasmi del suo passato... È brava nel suo lavoro, Flea: e anche questa volta, scandagliando a tentoni il fondale fangoso, trova quello che stava cercando, dopo la segnalazione di un cittadino. Una mano umana. Una mano a cui non è attaccato nessun corpo. E dopo pochi giorni, sempre nella stessa zona, viene ritrovata anche l’altra. Ma l’orrore è solo all’inizio: le perizie mediche dimostrano infatti che la vittima potrebbe essere ancora viva. Ma dove si trova? Chi ha tagliato quelle mani e perché? Possibile che qualcuno, a Bristol, stia orchestrando un orribile rituale di morte?

The King. Il re nero

Nello sterminato mondo di Valdar, Manatasi è un giovane sovrano Warantu, cresciuto ai margini della civiltà. Venuto a conoscenza dell’imminente inaugurazione di un’enorme città, attorno alle cui mura si stanno radunando genti e carovane dell’intero continente, il giovane principe inizia il suo viaggio di scoperta, uscendo dalle giungle insieme a Sirasa, il suo giovanissimo e fidato sciamano. Sulla strada che conduce alla città, dovrà difendere una madre e la sua bambina da quella che sembra una semplice aggressione di briganti; si alleerà a un tormentato incantatore che vuole riscattare i crimini del suo popolo indossando il Bracciale della Colpa (che si scolora a mano a mano che la sua anima si purifica); conoscerà gli algidi Sacerdoti che leggono la Ruota del Fato e combatterà Sanguescuro, il sicario che non ha mai avuto sentimenti, nel suo tentativo di destare un Dio Addormentato, il cui sonno inquieto fa vibrare le montagne. Guidato da un feroce ardore di conoscenza e da un’eroica ingenuità, Manatasi dovrà decidere quale è il prezzo che è disposto a pagare per essere ricordato tra gli eroi che possono cambiare il Fato.

martedì 4 maggio 2010

José Saramago Caino


A vent'anni dal Vangelo secondo Gesù Cristo, José Saramago torna a occuparsi esplicitamente di religione con una prova narrativa impeccabile per stile e ironia. Se in passato il premio Nobel portoghese ci aveva dato la sua versione del Nuovo Testamento, ora si cimenta con l’Antico. E per farlo, sceglie il personaggio più negativo, la personificazione biblica del male, colui che uccide suo fratello: Caino. Capovolgendo la prospettiva tradizionale, Saramago ne fa un essere umano né migliore né peggiore degli altri. Al contrario, il dio che viene fuori dalla narrazione è un dio malvagio, ingiusto e invidioso, che non sa veramente quello che vuole e soprattutto non ama gli uomini. È un dio che rifiuta, apparentemente solo per capriccio e indifferenza, l’offerta di Caino, provocando così l’assassinio di Abele. Cacciato e condannato a una vita errabonda, il destino di Caino è quello di un picaro che viaggia a cavallo di una mula attraverso lo spazio e il tempo, in una landa desolata agli albori dell’umanità. Ora da protagonista, ora da semplice spettatore, questo simpatico avventuriero un po’ mascalzone attraversa tutti gli episodi più significativi della narrazione biblica: la cacciata dall’Eden, le avventure con l’insaziabile Lilith,il sacrificio di Isacco, la costruzione della Torre di Babele, la distruzione di Sodoma, l’episodio del vitello d’oro, le prove inflitte al povero Giobbe, e infine la vicenda dell’arca di Noè (alla fine della quale, con un colpo da maestro, l’autore cambia radicalmente il corso della storia umana). Riscrittura ironica e personalissima della Bibbia, Caino è un’eccezionale invenzione letteraria e una potente allegoria che mette in scena l’assurdo di un dio che appare più crudele del peggiore degli uomini. L’opera maggiore di uno scrittore nel pieno della sua maturità, forse mai così libero, lucido e vivace.

Maledetto Céline


Strutturato in cinque capitoli, Maledetto Céline inizia con una sorta di biografia-autobiografia dove Céline, attraverso le parole di Stefano Lanuzza, scandisce i diversi periodi della propria vita di medico e di scrittore con all’attivo opere letterarie tra le più innovative del Novecento; chiarendo, altresì, il senso della sua ideologia antisionista, comunque mai tradotta in adesione al nazismo. Seguono: a) un lessico céliniano, serie di voci comprendenti molti estratti di romanzi, libelli, interventi e interviste dell’autore; con una messa a fuoco di tutte le categorie letterarie, politiche, filosofico-morali di Céline; b) una presentazione e un’analisi di tutte le opere dell’autore, dalla sua tesi di laurea sul dottor Semmelweis al Viaggio in fondo alla notte, a Morte a credito, alla cospicua serie dei pamphlet e alla “trilogia dell’esilio” conclusa col postumo Rigodon; c) un ampio saggio sulla condizione di Céline fra le due guerre mondiali del primo Novecento; d) una proposta di temi céliniani per un rilancio e un aggiornamento del dibattito culturale sull’autore e le sue opere.

Roberto Saviano Gomorra Ed. Economica

Un libro che racconta il potere della camorra, la sua affermazione economica e finanziaria, e la sua potenza militare, la sua metamorfosi in comitato d'affari. Una scrittura in prima persona fatta dal luogo degli agguati, nei negozi e nelle fabbriche dei clan, raccogliendo testimonianze e leggende. La storia parte dalla guerra di Secondigliano, dall'ascesa del gruppo Di Lauro al conflitto interno che ha generato 80 morti in poco più di un mese. Una narrazione-reportage che svela i misteri del "Sistema" (così gli affiliati parlano della camorra, termine che nessuno più usa), di un'organizzazione poco conosciuta, creduta sconfitta e che nel silenzio è diventata potentissima superando Cosa Nostra per numero di affiliati e giro d'affari.

Enzo Bianchi Le vie della felicità

“Le ‘Beatitudini’ sono una chiamata alla felicità” dice Enzo Bianchi in apertura di questo volume, che ci fa entrare nel contenuto rivoluzionario dell’insegnamento evangelico. Commentando ognuna delle otto “Beatitudini” riportate nei vangeli di Matteo e Luca, lo scrittore riflette profondamente sull’attualità del loro messaggio, che si propone come un importante strumento di presa di coscienza per il fedele, per tutta la Chiesa, e per gli uomini in generale. Con uno stile limpido e coinvolgente, Bianchi mostra come le parole di Gesù sulla beatitudine ci interpellino direttamente, si rivolgano al nostro quotidiano e al nostro bisogno di sperare nel futuro. Questo libro diventa così una guida preziosa nel cammino verso la felicità.

Ziedan Youssef Azazel

Una cella di due metri per lato. Una fragile porta di legno sconnessa. Una tavola, con sopra tre pezze di lana e lino, e un tavolino con un calamaio e una vecchia lampada con lo stoppino logoro e la fiamma danzante. A Ipa, il monaco egiziano, non serve altro per vivere nel monastero sulla vecchia strada che collega Aleppo e Antiochia, due città la cui storia ha inizio nella notte dei tempi. E il V secolo, un momento decisivo nella storia della Cristianità. Sono anni di violenza religiosa, di lotte e contrasti feroci, e la fede nel Cristo vuol dire scegliere una fazione, abbattere i propri nemici, e così decidere del proprio stesso destino. Nestorio, Yabba che ha preso Ipa sotto la sua protezione, il venerabile padre con cui a Gerusalemme e Antiochia il monaco ha discusso liberamente dei libri proibiti di Plotino, Ario e degli gnostici, è nella tempesta. Nel 428 d.C. è stato ordinato Vescovo di Costantinopoli e ora, due anni dopo, è accusato di apostasia, la più terribile delle accuse, l'abbandono e il tradimento della fede nel Cristo. Il Patriarca Cirillo, l'Arcivescovo di Alessandria, ha scritto dodici anatemi contro l'"apostata", colpevole ai suoi occhi di non riconoscere che "il Cristo è Dio nella sostanza e che la Vergine è Madre di Dio". Che Chiesa è mai quella che scomunica un saggio dal volto radioso, un uomo santo e illuminato che ha il solo torto di ritenere assurdo che "Dio sia stato generato da una donna"?

J.L. Borges Forvore a Buenos Aires

Non ho riscritto il libro. Ne ho mitigato gli eccessi barocchi, ho limato asperità, ho cancellato sentimentalismi e vaghezze” dichiara Borges nel 1969 ripresentando la sua prima raccolta poetica. Il giovane ultraista colpevole di “innocenti novità rumorose “ che l’aveva pubblicata nel 1923 e colui che ora “si rassegna o corregge” sono inequivocabilmente la stessa persona: “entrambi diffidiamo del fallimento e del successo, delle scuole letterarie e dei loro dogmi; entrambi veneriamo Schopenhauer, Stevenson e Whitman” – e “Fervore di Buenos Aires” prefigura tutto ciò che avrei fatto in seguito”. Diagnosi non si potrebbe più precisa. Buenos Aires, non v’è dubbio, è la protagonista assoluta: con i suoi patios “che hanno fondamenta / nella terra e nel cielo”, i crocevia trafitti “da quattro lontananze senza fine”, i sobborghi “riflesso del nostro tedio”. Ma non è un caso che la città dischiuda i suoi segreti al tramonto, quando il silenzio che abita gli specchi “ha forzato il suo carcere”, e di notte, allorché gli orologi spargono un tempo vasto e generoso, “dove ogni sogno trova posto, / tempo di ampiezza d’anima”. È la terribile congettura di Berkeley e di Schopenhauer: il mondo è atto della mente, sogno ostinato che rischia di dissolversi non appena sono pochi a sognarlo e “solo qualche nottambulo conserva, / cinerina e abbozzata appena, / l’immagine delle strade / che poi definirà con gli altri”. In appendice a “Fervore di Buenos Aires” vengono per la prima volta radunati non solo i sette testi espunti nel corso del lungo iter elaborativo conosciuto dalla raccolta, ma anche un nucleo di dieci poesie apparse in varie riviste negli anni 1920-1922 e non accolte nell’”editio princeps” del 1923.

Nicolai Lilin Caduta libera

Nel settembre dell'anno 1999 la Federazione Russa annuncia ufficialmente l'inizio della seconda operazione antiterroristica nel territorio della Repubblica Federativa della Cecenia e nella zone confinanti con il Caucaso del Nord. Lilin racconta quello che hanno vissuto i giovani dell'esercito russo in quel periodo, durante il loro servizio militare obbligatorio; e quello che hanno vissuto i civili, mentre nella loro terra operavano due eserciti nemici. L'autore eli Educazione siberiana narra in presa diretta la vera faccia della guerra, quella che non si vede nei film, nei documentari, e che si vede solo a tratti nei reportage giornalistici o nei racconti degli osservatori di pace e dei difensori dei diritti umani. Racconta tutto in modo tale da permettere a ogni lettore di vivere i momenti della guerra, di attraversarla a fianco dei soldati, di sentirne l'oscenità sulla propria pelle. Mostrandone soprattuto le contraddizioni. Un libro che vuole essere apolitico, neutrale; che racconta la guerra, la vita e la morte, le ingiustizie, gli orrori e gli atti di onestà così come apparivano nella vita di ogni giorno in Cecenia; che descrive le sensazioni, la perdita dell'equilibrio, i cambiamenti dell'essere umano che avvengono nel caos, oltre i limiti dell'etica e della morale. Non un saggio storico, ma un romanzo costruito su particolari veri, con vite vere.

Gabriele Picco Cosa ti cade dagli occhi

Ennio è un ragazzo timido e stralunato, irresistibilmente attratto dalle lacrime, misteriose gocce d'acqua salata dentro cui riesce a cogliere il riflesso di sogni, ricordi, paure. Appena ne vede una, la fotografa con la sua macchina digitale. Ma lui, Ennio, non piange mai. Ha imparato presto a seppellire i segreti, a nasconderli ben bene nella terra dei vasi di casa sua. E ha nascosto così anche il segreto più inconfessabile. Da allora è come se un omettino si fosse materializzato nella sua pancia con l'intento di imparare a fischiare, causandogli, nei momenti meno opportuni, flatulenze tremendamente imbarazzanti. In fuga dal passato, Ennio parte per New York: lavorerà per qualche mese nell'agenzia immobiliare di Gianny Pastanella. Non ha la minima idea di cosa lo aspetta, ma è negli angoli più nascosti che puoi fare l'incontro che ti cambia la vita. In un sordido palazzo Ennio trova il taccuino di una ragazza giapponese, Kazuko. Pagine fitte di disegni sorprendentemente fantasiosi: gli aerei dei kamikaze inghiottiti dalle Torri gemelle, New York in volo sopra una foglia, un pesce dentro una lacrima... Ennio decide così di mettersi alla ricerca di Kazuko. Intanto la sua storia si intreccia a quelle di altri personaggi: Arwin, che filma qualunque cosa con una telecamera tra i capelli; Josh, che ha perso la moglie nel crollo delle Torri e ora colleziona polvere; Victoria, che cerca di strappare la sua vita alla solitudine...

Moshe Idel Qabbalah

Quando apparve nel 1988, questo libro – qui riproposto in una nuova edizione aggiornata e accompagnato da un’Introduzione che passa in rassegna i risultati più significativi della ricerca successiva – diede luogo a una feroce polemica. Gli allievi di Scholem, che pure a Idel era legato da un profondo rapporto di stima, si scagliarono unanimi contro quella che ai loro occhi appariva come la confutazione dell’opera del maestro e la demolizione di un dogma. Benché estraneo agli intenti blasfemi che gli furono attribuiti, il libro – oggi divenuto un classico – segnava innegabilmente un punto di svolta nelle indagini sulla mistica ebraica, offrendo, sulla scorta di una sterminata documentazione inedita, un’interpretazione innovativa della Qabbalah e in particolare dei suoi aspetti più affascinanti e trascurati: quelli magici. L’assoluta rilevanza dei temi affrontati – a partire dalla questione dell’antichità della Qabbalah (Idel sovverte qui una classica teoria di Scholem, giungendo a dimostrare l’influsso determinante dell’ebraismo sulla Gnosi) –, l’ampiezza dei materiali esplorati, le inedite prospettive dischiuse alla ricerca, i riferimenti comparativi alla filosofia greca, a quella araba medioevale e alle più diverse forme di pensiero religioso contribuiscono a fare di quest’opera una lettura imprescindibile per chiunque voglia accostarsi alla tradizione mistica della Qabbalah.

venerdì 16 aprile 2010

William S. Burroughs, Allen Ginsberg Le lettere dello yagé

Lungo un decennio, dal 1953 al 1963 – nel pieno della loro amicizia –, William Burroughs e Allen Ginsberg intrattengono un epistolario «lisergico» tra i più immaginifici e radicali di tutto il movimento beat, di cui rappresenta una vera sintesi estetica e cognitiva. Ma se il contributo di Ginsberg è concentrato in sostanza in una lunga lettera-poema da Pucallpa (Perù) dove gli effetti dell’ayahuasca si traducono in una visionaria tragicità cosmologica, i molti referti di Burroughs coniugano alle visioni dell’alterazione psico-fisiologica lo sguardo acuto e mimetico dell’antropologo sul campo, fino a rendere i due piani intercambiabili. Per un verso, Burroughs si abbandona alle tante droghe cercate e provate lungo un percorso che oltre al Perù comprende anche Panama e la Colombia, dalla vite dello yoka al mitico yagé, estratto di una pianta che spalanca nella mente sterminati territori onirici: vediamo così scorrere in successione corpi metamorfici dischiusi da granchi o millepiedi; migrazioni «di nuove razze tuttora mai concepite e mai nate»; e soprattutto metropoli-mondo come la «Città composita», in cui «tutto il potenziale umano è distribuito in un mercato ampio e silenzioso». Per un altro, lo scrittore registra ogni frammento del paesaggio circostante, con esiti di violenta ambivalenza: in primo piano, una catena di fisionomie squallide e disturbanti di rado interrotta da qualche oggetto di accensione omoerotica, come il ragazzo di Calì dai “delicati lineamenti ramati” e la “bellissima bocca morbida”; sullo sfondo, luoghi e paesi degradati e tiranneggiati ma collocati in una natura immensa e sgomentante. E la cerniera tra la percezione-allucinazione e il mondo esterno è data come sempre da una scrittura eversiva, la cui inconfondibile tonalità horror si vena qui – anche per la presenza dell’interlocutore epistolare – di una struggente intimità e di una corrosiva ironia.

Silvio a Napoli. La vera storia dietro la maschera

Dalla periferia desolata di Napoli, tra montagne di rifiuti in fiamme, dopo una festa di compleanno in un anonimo ristorante di Casoria che ha per protagonisti Silvio Berlusconi e la diciottenne Noemi Letizia, parte un racconto che punta al cuore malato del potere. Un'indagine avvincente come un romanzo, ma ancorata alla nuda verità dei fatti. L'immagine, elaborata con scrupolo di cronista e capacità d'analisi, di una città e di un paese negli anni cruciali del berlusconismo. Il mistero di Noemi e della sua famiglia, le menzogne del Cavaliere, l’effetto del “Casoriagate” sul voto delle Europee. Dalle feste di Villa Certosa e le tensioni con la Chiesa fino al caso Boffo, la crisi della spazzatura e l’aggressione al premier a Milano. Sullo sfondo, la folla di aspiranti “pupille” sorrette da madri partecipi, che inseguono i capricci del Principe in cambio di una carriera televisiva o parlamentare. Resoconti frettolosamente archiviati come “cronaca rosa” consegnano l’affresco di un’Italia al bivio. Dove il destino personale di un leader incrocia le storie di gente comune. E la politica diventa bolgia.

Herta Muller Cristina e il suo doppio

In una delle scene finali del film Le vite degli altri, quando ormai il Muro di Berlino è crollato, il protagonista, il drammaturgo Dreyman può finalmente leggere i documenti della Stasi che lo riguardano e scoprire che si tratta di uno smisurato dossier dove negli anni si sono accumulati le parole, gli ideali, gli amori di una vita. Lo stesso è accaduto a Herta Müller, che ha dovuto però aspettare a lungo: dopo insistenti richieste e innumerevoli tentativi solo nel 2004 ha potuto visionare il fascicolo a suo carico istituito dalla Securitate, i servizi segreti del regime comunista di Bucarest, nel 1983. Nome in codice: Cristina. 900 pagine, un dossier incompleto perché comunque sottoposto a un accurato lavoro di “pulizia” da parte dei nuovi servizi segreti, una rete di spionaggio e corruzione che continua a operare indisturbata. Seguendo la cronologia del fascicolo Herta Müller racconta in questo (da lei stessa definito) “racconto autobiografico” la sua vita: dal lavoro come traduttrice in una fabbrica di trattori alle prepotenze e ricatti subiti per essersi rifiutata di collaborare coi servizi segreti, fino al licenziamento e all’impossibilità di trovare un’altra occupazione. “Permanente Kontrolle” è quello a cui la Müller viene sottoposta: si tratta di cimici, di perquisizioni furtive in casa, di pedinamenti, di aggressioni. Dopo il successo letterario e i riconoscimenti pubblici la Securitate adotta una nuova strategia: non la ostacola più in quanto dissidente, non le proibisce di viaggiare, ma la asseconda per farla apparire, agli occhi del mondo occidentale, come complice del regime, “agente” al servizio della Securitate. Un racconto terribile in cui Cristina, nemica dello Stato, va combattuta con ogni mezzo. Per comprometterla nell’officina della falsificazione viene fabbricata un’imitazione con tutti gli elementi che possono danneggiarla: comunista, agente, membro del partito – tutto quello che lei non è mai stata.